La provincia italiana ci ha abituato a trame noir e horror, che emergono dalla vita reale senza soluzione di continuità. Il profilo dei lupi entra in questa linea per darci un Twin Peaks italiano, con contorni inquietanti sul nostro quotidiano. Così si conoscono una manager di Barilla che lascia figlio e marito per inseguire i propri sogni di ragazza, un Area Manager deciso a trasferirsi in Ungheria a caccia di ragazzine, un operaia sedotta con il sogno di diventare impiegata, un fotografo frustrato, una studentessa di psicologia affetta da sindrome maniaco depressiva, una ex ballerina discepola di occultismo, un professore che cerca di sposare l’empowerment con la fenomenologia. Dunque, mentre nella provincia emiliana la vita scorre sempre più o meno ripetitiva, tra storie d’amore triangolari e compromessi, un pretesto iniziale coinvolge emotivamente il lettore, accompagnandolo lungo gli episodi come in un viaggio iniziatico in cui le carte vengono rimescolate di continuo, in cui niente e nessuno è come sembra. Con stile elegante e corposo, il romanzo mette in scena la quotidianità e la trasforma lentamente in un coacervo di eventi oscuri alla ragione portando i protagonisti ai confini con la follia e insinuando sensi nuovi, metaforici e occulti. Al contempo indaga il rischio presente nei sentimenti, il doppio in ognuno di noi e in quello che facciamo, la complessità che nel lavoro e nella quotidianità cela rivelazioni che sarebbe meglio nascondere. Parabola sull’innocenza, sulla colpa, sull’impossibilità di seppellire il passato senza doverlo prima affrontare e risolvere, il testo affronta temi legati non soltanto alla pedofilia, quanto soprattutto ai contorti meccanismi che si mettono in funzione nel desiderio e nelle decisioni individuali. La bellezza del libro la si coglie solo dopo l’ultima pagina, quando si rimane invischiati come in una ragnatela e non si smette di pensare alle vicende narrate. Un libro potente, coraggioso, non per tutti, ma che non mancherà di lasciare una traccia profonda in chi lo legge.
QUEL CHE SCRIVO DIPENDE DAL MIO PUNTO DI VISTA. DELLA MIA FAMIGLIA, DELLA MIA TERRA, DELLA MIA GENTE.